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Museo diffuso dei luoghi del terremoto

"Frammenti di memoria, tra narrazione e cronaca, caos e scompiglio di una terra di sismi" è il cuore pulsante del progetto che si sviluppa nei comuni di Capitignano, Montereale e Campotosto, in provincia dell’Aquila: luoghi segnati da una storia millenaria, dove la memoria collettiva si intreccia con le cicatrici lasciate dai ripetuti terremoti che hanno sconvolto la terra. Ed è proprio da questi "frammenti" che prende vita il Museo Diffuso del Terremoto, un progetto che non si limita a raccontare il passato, ma cerca di dare un nuovo significato alle rovine, trasformando il dolore e la distruzione in un luogo di resistenza e speranza.

Questi territori, ricchi di patrimoni artistici, architettonici, naturali, paesaggistici, archeologici e folkloristici, hanno sempre visto l’interazione tra la natura e l’opera dell’uomo. Tuttavia, oltre alla bellezza, questi luoghi condividono un altro tratto distintivo: la forte attività sismica che ha profondamente plasmato il paesaggio e le comunità. I terremoti che hanno colpito la zona fin dal 1703 non hanno solo modificato l'aspetto fisico del territorio, ma hanno anche scosso le fondamenta sociali ed economiche delle persone che lo abitano, creando un legame indissolubile tra la terra e i suoi abitanti.

Il progetto ha scelto di raccontare questa storia attraverso il "Museo diffuso", un percorso che si snoda attraverso i tre comuni e che raccoglie, preserva e celebra il "caos e lo scompiglio" causato dai sismi. Ogni frammento di memoria, che sia un oggetto, una testimonianza o una ricerca, è diventato un tassello che ricostruisce la narrazione di una terra che, seppur distrutta, non si è mai arresa. L’intento non è solo quello di documentare, ma anche di dare voce alle storie di resistenza di chi ha vissuto e superato le tragedie, trasformando la perdita in una nuova forma di identità e di appartenenza.

Questo museo non è solo un luogo dove la memoria viene custodita, ma un simbolo di come, dalla devastazione, possa nascere un nuovo slancio di vita: il progetto si propone di trasmettere non solo la conoscenza storica, ma anche di stimolare un senso di comunità e di rinnovata forza. Il percorso del Museo diffuso diventa così una metafora di ricostruzione, dove ogni luogo e ogni frammento raccontano non solo il passato, ma anche la speranza di un futuro resiliente.

Attraverso spazi espositivi che coinvolgono le amministrazioni locali e con un forte impegno di ricerca e divulgazione, il progetto vuole promuovere lo sviluppo turistico e culturale del territorio, trasformando la memoria del terremoto in una risorsa viva e dinamica: il "Museo diffuso del terremoto" diventa così una testimonianza di come, da una catastrofe naturale – costante ma imprevedibile – possano nascere luoghi di memoria, resistenza e rinascita, dove il "caos" lasciato dal sisma si trasforma in un potente strumento di ricostruzione culturale, sociale ed emotiva.